venerdì 28 dicembre 2007

Il ritorno di Walter Serchio

Come promesso tempo fa ho dedicato i miei ultimi giorni del 2007 per concludere un nuovo racconto, il sesto, con protagonista "L'Investigatore dei Casi Impossibili".
Il titolo è Il Ritorno di Walter Serchio.
Il PDF a bassa risoluzione per la lettura a schermo è liberamente scaricabile sul mio sito a questo indirizzo http://www.symbel.it/tales.html.

Per il PDF a risoluzione di stampa contattatemi.

Vi anticipo che è in preparazione un volume unico con tutti gli episodi che vedono protagonista Walter Serchio.

Buona lettura.

giovedì 16 agosto 2007

la setta degli etero



In un mondo buio e fascista, dove la libertà è un ricordo talmente remoto tanto da essere scambiato per leggenda reazionaria, dove i bimbi crescono solo artificialmente venendo svezzati in centri di rieducazione per poi essere dati in affidamento alle nuove famiglie.
una società dove perfino un innocuo culo ferragostano verrebbe censurato
in un mondo dove l'unico modo di sopravvivere è quello di fare gli yes man e chinarsi alle esigenze... del partito
in un mondo tetro nascerà a Cagliari nel 2125 colui che porterà la luce, il seme che farà germogliare il dubbio, il granello si sabbia che farà inceppare la macchina, il gasolio in una macchina a benzina, la biglia di vetro all'interno dell'ostrica, la lametta all'interno di una vagina di plastica.

Doveva essere successo qualcosa di brutto quella notte, perché sotto casa sua le sirene dei caschi fuxia urlavano la loro angoscia nel quartiere residenziale

domenica 29 luglio 2007

Pizze e paletti di frassino

Sgranocchiando come noccioline americane i villi coriali dell'intestino della mia esistenza ho ritrovato, in mezzo a scartoffie e cimeli frutto di demenza adolescenziale, un'agenda dalla copertina color colletto di camicia consunta.
All'interno di tale bibbia del pensiero guasto ho potuto gustare la scoperta di uno scritto mai portato a termine, iniziato a sei mani con Jack Torrone e Jim Bob, se la mente non mi gioca brutti scherzi, e intitolato Pizze e paletti di frassino.
Ripropongo di seguito il testo integrale fino ad allora prodotto:

Una notte mi si parò davanti una figura smunta e slanciata con un K-way color giallo limone, scalzo e con il viso pallido e imberbe.
- Brutto barbone, sembri una merda sotto la pioggia e per questo non fumante, levati di torno prima che si svegli mio padre.
- Lino, ci sono problemi?
- No babbo, è tutto ok.
- Dai sali che stanno iniziando i Muppets.
Il ragazzo aveva un lieve difetto di pronuncia che rendeva buffa la sua parlata: al posto della R pronunciava la Qu.
- Voqquei solo un posto di lavoquo
- Perchè parli come un chincillà da riporto?
Sbottai spazientito. Io ho un posto come porta pizza, se ti accontenti, domani alle 20.30, ecco l'indirizzo.
- Gquazie, lei è molto genequoso - e nel dirlo si allontanò sgommando a piedi nudi sull'asfalto bagnato dalla pioggia.
E fu così che conobbi Tonio, l'anello di congiunzione tra il Balistapu undulatus e l'Eurypharynx pelecanoides.
L'insegna della pizzeria portava l'accattivante slogan "Da Lino per chi ha il palato fino una pizza in motorino".
Si presentò puntuale vestito di nero con i Ray Ban neri e il walkman che rivelava all'esterno le note di una rapsodia dei Camaleonti.
- La prima consegna in via Ciausescu n.31, è in una decadente palazzina a nome della famiglia Sgozzapreti, non puoi sbagliare!
Sorrise mostrando tutto lo sbalorditivo calcio che aveva in bocca dicendo:
- Non si pqueoccupi saquà fatto!
In un attimo piazzò le pizze dietro il suo ciclomotore e partì impennando grazie alle dodici pizze sul portapizze.
Gli Sgozzapreti erano una famiglia stabilitasi in città da poco tempo: vestivano basandosi su un solo senso: l'olfatto, in famiglia erano in 11, mangiavano la pizza col morto.
Ritornò con la faccia imbrattata di sugo e il ciclomotore visibilmente provato, sembrava meno smunto con i suoi canini che spiccavano nel viso vermiglio.
- Come è andata la tua prima consegna, Tonio?
- Cquedo bene anche se mi sono lasciato un po' andaque.
- Ti hanno pagato, spero.
- No, peqquè le pizze si pagano?
- Brutto deficiente va a lavarti il viso e torna qui con i soldi, non importa come te li procuri ma li voglio.
- Toqunequò col malloppo e solo alloqua potquò aveque il tuo pequdono!

mercoledì 25 luglio 2007

Lucumone - Vita d'un buffone di contea

Qual buon vento caldo d'estate mi riporta tra queste pagine nero di seppia?
Un MMS, direte voi?
Un MMS, dico io.
E se permettete, senza offesa, la mia parola ha ben altro peso. Su per giù quello di un tentacolo d'Architeuthis Rex tagliato a rondelle e fritto in olio caldo bollente come questo dannato fine luglio. E scusate se è poco. Poco per voi, non di certo per me che cerco di ridestare la mia capacità di romanzare sul nulla. Ci sto riuscendo, che dite?
"Ho ritrovato un tuo racconto: L'oblio del quotidiano vivere. Maggiori dettagli sul blog."
Queste le poche parole che mi spalancarono le porte della percezione. Petrarca fu in me, e salendo sul pulpito della testata del letto declamai due sillabe di sicuro effetto:
CAZ
trattino
ZO.
E così sillabando e sillabando e ancor di più, mi fiondai in codesto bitume.
Il racconto non lo ricordavo, così come non ricordavo le circostanze del travaglio. Ma ora, sfruculiando nei miei polverosi database, ho ritrovato questo piccolo gnomo letterario.
Ma fruga qua e fruga là, anche un altro personaggio s'è fatto una polka sulla mia scrivania.
Orsù, Lucumone, quanto tempo!
Davvero una bella sorpresa rileggere questi due take-away, raccontini omega3 ad alta digeribilità e lunga durata di conservazione.
Eccovene un assaggio.


L'unico modo per poter leggere in santa pace senza essere sbeffeggiato a sua volta, era il girare per il paese con il libro aperto sotto gli occhi ed un gran cetriolo nei pantaloni. Così la gente pensava che quella fosse l'ennesima burla di Lucumone.
Così girava senza sosta per tutto il paese, e mentre il popolino si scompisciava additando il gran rigonfiamento, il buffone era perso in un mondo epico e fantastico.
(...) Fu in una di quelle passeggiate solitarie con lo scomodo impedimento tra le gambe che si imbattè in lei (...)

Volete sapere cosa accadde dopo questo incontro al nostro bizzarro giullare?
Non avete che da attendere l'uscita del libro [Messaggio promozionale, aut. min. ric.]

ho trovato un altro racconto


ma non è mio, bensì del collega Rudy Basilico Turturro.
l'ho recuperato da un vecchio floppy, ed era una sorta di sfida di racconti a tema andata poi svanendo dopo la prima infornata. io scrissi "il fiume" racconto estremamente indolente e pessimista, praticamente una martellata sui coglioni lunga quattro pagine. Rudy invece scrisse "l'oblio del quotidiano vivere" che potrebbe sembrare quasi un testo della nuova Silvia Salemi, ed invece è un racconto piuttosto corrosivo del nostro.
Ora non so se Rudy avesse rimosso questo lavoro o se nemmeno sapesse che fosse in mio possesso, fattostà che ripropongo l'incipit che dice ben poco sulla storia, se non mostrarci il suo solito stile sboccato e pulp

Nel buio ed in mezzo a quegli stronzi tutto mi parve chiaro.Fin troppo chiaro.
Non sapevo come fossi arrivato lì. Apparentemente era stata la solita serata. Un goccetto, sistematicamente di troppo, non fa mai male.
L’immensa illusione.
Ma è paradossale come solo la corruzione del corpo possa liberare la mente.
Chi sono? Non lo so.
Mi hanno sempre detto che sono di ghiaccio, ma la mia ragazza dice che sono uno zuccherino; la gente mi guarda storto, ma io mi scanso con noncuranza; mia madre dice che sono suo figlio, ma io non afferro il senso di quelle parole. Insomma, sono un po’ confuso in questo silenzio.
Mentre lo Pseudo Sommo passava un intruglio, immancabilmente alcolico, tra gli adepti si scatenava un senso d’ilarità a malapena celato.
Mentre mi si porgeva la Coppa, io guardavo verso la notte e pensavo a dei versi che si perdevano nel tempo:
com’è difficile restare calmi ed indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore.
Chi l’aveva detto? Chi se ne fotte. Presi quella scodella e bevvi tutto d’un sorso.

domenica 22 luglio 2007

Scritti postumi

Le Strane Storie ebbero un indubbio merito: crearono entusiasmo, in me come in altri miei compagni di penna. Stavamo creando qualcosa insieme, ed il fatto di esser qui nel 2007 sta a dimostrare che quel qualcosa fu durevole. Libro o amicizia, ognuno gli dia il nome che più gli aggrada.
Il piccolo progetto nacque tra i banchi di scuola, in sordina, crebbe coinvolgendo altri giovani autori come l'ottimo Symbel, e si consolidò nelle serate di letture su in mansarda. I racconti fioccavano come pop corn al caramello, e alcuni di questi rimasero fuori dal primo libro perché ultimati fuori tempo massimo.
Due tra questi mi stanno a cuore, e sto prendendo in considerazione l'idea d'inserirli affianco alle mie nuove opere. Sia perché rileggerli mi ha fatto piacere, sia perché vorrei dare un pizzico di continuità alle due raccolte.


L'ascensore

Oltrepassò il primo piano con un piccolo fremito, poi ci fu una piccolissima indecisione nel suo moto perpetuo.

Forse era stata la sua immaginazione, ma era sembrato fermarsi per un attimo. L’ascensore sorpassò il secondo piano sempre con il solito fremito e Dennis Trust, già abbastanza assonnato, posò lo sguardo sulla moquette ai suoi piedi.

Una piccola goccia di sangue era accidentalmente caduta sul pavimento dal suo naso tumefatto. Il rosso della moquette era diventato nero come la pece in quel piccolo cerchietto.

Stava cominciando ad auto suggestionarsi, forse a causa della sua nuova dimensione di scrittore horror.

Il fremito all’oltrepassare il terzo piano fece tornare in sé lo scrittore.


Partito Consumista

E’ cominciata la dittatura. Sono di fronte al Regime del Partito Consumista.

Solo ora si rendeva conto di avere gli occhi che ardevano nelle orbite prostrati da ore di schermo televisivo.

Su per l'aspro monte qualcosa si celava

Con piacere inauguro il mio cammino che porterà all'atteso seguito de Le strane storie del Caso e del Fato nell'anno del suo decennale.
Nel fare il punto della situazione, ho ritrovato racconti e spunti che quasi non ricordavo più. E' stato un bel tuffo nel passato, non mi par vero sian già passati dieci lunghi anni...
Da un vetusto floppy disk è spuntato fuori un personaggio che al tempo mi riempì d'entusiasmo, un tale che colloquialmente chiamavo Il Motivatore.
Vi introduco nel suo mondo:

Con un potente lungolinea la palla andò a schiantarsi proprio all’incrocio delle righe con una precisione millimetrica. Richard Night con un sorriso solare porse la mano al suo obeso avversario sopra la rete senza cercare di nascondere la propria soddisfazione.

“Bella partita Carl. Complimenti.” La voce era ferma e rassicurante, frutto di anni di lavoro e studio.

“Non cacciarmi balle Richie, mi hai distrutto” disse il magnate dell’industria con una faccia depressa. Con una poderosa pacca sulla spalla Night fece un altro dei suoi sorrisi multiuso e si avvicinò al frigo bar togliendo due lattine di Coca e porgendone una al suo paziente.

“Non esagerare adesso.” Si fermò un attimo per un sorso della bibita fresca e continuò. Per qualunque persona sarebbe sembrato un giocatore che aveva solo sete. Nient’affatto. Ogni pausa, ogni gesto, ogni movimento era calcolato. In effetti era il migliore sulla piazza.

“Secondo me stai migliorando ; vedrai che arriverà il giorno in cui mi batterai.” Di sottecchi l’americano guardò l’industriale e vide ciò che cercava : il riaffiorare di un sorriso conseguente all’iniezione di fiducia che gli aveva somministrato.

“Quando sarà ? Tra un mese ? O forse due ?” chiese il ciccione speranzoso.

Con un’altra pacca Night mosse l’ultima pedina della partita.

“Non contarci troppo, Carl.” Così scoppiarono a ridere entrambi e finì un’altra mattinata di lavoro.